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Isole Tremiti
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Un Mare di Storia

Un Mare di Storia

Relitto di Punta del Vuccolo

Isola di San Domino

Poco a largo di questa bella ed interessante Punta, su un fondale di circa 25 m, è possibile visitare i poveri resti, estremamente danneggiati, di quella che doveva essere una imbarcazione da carico probabilmente del XVI secolo che trasportava resti di cocci molto concrezionati. Non esistono cenni storici su questa nave.

Relitto del Lombardo

Isola di San Domino

Il relitto non è quello di una nave qualsiasi ma addirittura di uno dei due piroscafi utilizzati “dall’Eroe dei due Mondi” Giuseppe Garibaldi per la spedizione siciliana, uno dei momenti topici della storia italiana che portarono alla nascita della nostra nazione. La spedizione dei Mille, infatti, venne effettuata con due piroscafi, il Piemonte e il Lombardo.

Entrambi vennero attaccati e semiaffondati a Marsala ma, mentre il Piemonte venne venduto come relitto, il Lombardo venne recuperato e affidato alla Regia Marina del neonato Stato Italiano. Dal 1861 venne impiegato come nave da trasporto sia di truppe che di detenuti, ed è proprio mentre stava effettuando un trasporto di detenuti, nella notte tra il 12 ed il 13 marzo del 1864, fece naufragio nella parte nord dell’Isola di San Domino, poco fuori la Baia degli Inglesi.

Relitto di Punta del Vapore

Isola di San Domino

Poco a largo del promontorio che porta questo nome, su un fondale posto a 24 m di profondità, nel 1980 è stato individuato un relitto di nave romana che trasportava un carico di anfore greco-italiche databili al III-II secolo a.c.

Relitto di Secca del Pigno

Isola di San Domino

Nelle vicinanze delle Secca del Pigno ad una profondità compresa tra i 49 e 54 metri c’è il relitto dell’aereo della 2° Guerra Mondiale B-24 attualmente avvolto in una rete a strascico, ormai irrecuperabile.

Sono osservabili tramite immersione alcune parti dell’aereo come: ala, serbatoio e componenti con ancora numeri di matricola. Tutt’intorno sul fondale di sabbia e sedimento numerose sono le “Pennatule”, le aragoste, i gronghi di notevoli dimensioni e solitamente un enorme astice, “il carro armato”, che proprio li si nasconde.

La Mina di Cala
dei Benedettini

Isola di San Domino

Poco dopo Cala dei Benedettini, sulla parete poco prima di Punta Secca, ad una profondità di circa 20 m ci si imbatte dei resti, svuotati e non pericolosi, di una mina galleggiante a puntoni, risalente alla Prima Guerra Mondiale. Curiosamente le castagnole, pesci che popolano i fondali, circondano e rendono ben vivo questo relitto di una storia di guerra.

Relitto delle Tre Senghe

Isola di San Domino

Il relitto è situato su un fondo di circa 25 m nella costa meridionale dell’Isola di San Domino mentre parte del carico dopo il naufragio è scivolato fino a degli scogli più esterni a 27 m. Quando iniziarono gli scavi, nel 1981, furono recuperate 150 anfore, alte circa 95 cm con due tipi di orlo ed un puntale che poteva variare  lunghezza a secondo del modello. L’anno successivo furono recuperate due particolari anfore alte solo 43 cm. La loro presenza a bordo testimonia che durante quel viaggio era trasportato anche vino novello considerato pregiato dalle mense imperiali. Furono rivenute anche anfore a fondo piatto e chiuse. Secondo alcuni studiosi la nave sarebbe affondate di poppa, inclinandosi sul fianco verso ovest, a causa del probabile urto contro gli scogli. L’impatto con il fondo, l’ha aperta in senso longitudinale disperdendo parte del carico. Il relitto, alla fine delle esplorazioni, è risultato lungo 24 m e largo 5, permetteva lo stivaggio di 900 anfore per una portata di 45 tonnellate.

Relitto dei Blocchi di Marmo

Isola di San Domino

È un piccolo relitto, in Cala delle Murene, di una nave da trasporto dei marmi usati presumibilmente per la costruzione della chiesa di Santa Maria a Mare sull’Isola di San Nicola. I resti dell’imbarcazione sono assenti anche se la posizione dei marmi permette facilmente di rilevare la forma della piccola barca. Recentemente è stata scoperta un’ancora, poco distante dal relitto stesso, recuperata e messa a disposizione delle autorità per evitare che la stessa andasse dispersa o venisse trafugata. Il fondale poco profondo, 18 m circa, e la bella luminosità permette una facile ed agevole visita dello stesso relitto anche da subacquei alle prime armi.

Relitto di Punta Secca

Isola di San Domino

Arturo Santoro, ex Campione del mondo ed italiano di pesca subacquea tra il ’69 ed il ’74, ex attore di fotoromanzi e mitico personaggio da sempre delle Isole Tremiti, diventa l’artefice di una curiosa e divertente storia che vede oggi la sua vecchia auto nel mare di Tremiti a 30 metri di profondità. Un giorno decise di andare verso Punta Secca di San Domino, di posizionare la sua “Pescaccia” nel punto più alto, raccogliere una pesante pietra, posizionarla sull’acceleratore, ingranare la marcia e dopo pochi istanti la Pescaccia saltò in mare, galleggiò per qualche minuto sotto gli occhi di Arturo ma poi si inabissò. Oggi la Pescaccia di Arturo è ancora lì, a circa 33 metri di profondità su un fondale sabbioso che declina dolcemente verso il blu profondo circondata da alcuni agglomerati rocciosi ricchi di spaccature ed anfratti. A distanza di 37 anni ora gronghi e murene ne hanno preso possesso.

Relitto del Rame

Isola di Cretaccio

Poco al largo del canale che separa San Domino da Caprara, a 18 m di profondità, si trova il relitto presumibilmente romano. È possibile osservare resti di pochi pani in rame trasportati dalla nave andata distrutta.

Statua di San Pio
da Pietralcina

Isola di Caprara

La statua, alta tre metri e ottanta centimetri, è chiaramente visibile dalla superfice e costituisce una insolita attrattiva per gli innumerevoli gruppi di sub. L’opera in bronzo dello scultore Mimmo Norcia, è stata posata sul fondale di Caprara nel 1998.

Relitto di Galea Turca

Isola di Caprara

La Galea subì naufragio e giace sui fondali antistanti la baia a circa 30 m di profondità. Nel 1566 una flotta turca si impiantò nella baia dell’Isola di Caprara con l’obbiettivo di impossessarsi delle isole, nella speranza di interrompere così, in un colpo solo, sia gli interessi veneziani sia la potenza del Papa che aveva una delle Abbazie più ricche e legate alla potente Cassino. Le possenti difese e l’afflusso di rinforzi inviati dai veneziani che si unirono alle truppe mercenarie pagate dai ricchi abitanti, crearono non pochi problemi, acuiti da una forte tempesta con venti da nord che provocarono innumerevoli danni ad una flotta ancorata nella baia e il naufragio della galea. Si riuscì a recuperare quattro cannoni che fanno bella mostra del piccolo museo posto all’interno delle sale del secondo chiostro dell’Abbazia tremitese.

Relitto del Grottone

Isola di Pianosa

A sud-est dell’Isola sono presenti i resti della motonava Panoiato, proveniente dalla Grecia, incagliatasi qui negli anni ’80. La nave, che trasportava semi di soia, a causa dei bassi fondali è visibile in pochi metri di acqua ed è abitata dai saraghi e salpe.

Relitto di Levante

Isola di Pianosa

A nord di Pianosa, a circa 25 m di profondità, è presente il relitto di un’imbarcazione da pesca in legno, con resti di rete che ne ostacolano l’ingresso. I resti sono abitati da diverse specie marine e solo loro posso visitarla dato l’inaccessibilità dell’isola.

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